CARCERI/OSAPP: TUTTI PERDONATI (TRANNE UNO) I 110 DETENUTI RIVOLTOSI AD ARIANO IRPINO? – PREOCCUPAZIONE ANCHE PER ALTRE CARCERI CAMPANE

“Concluse in tarda notte alla presenza del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Santi Consolo le operazioni di ripristino del reparto detentivo devastato dai 110 detenuti che ieri avevano intrapreso una rivolta interna nel carcere di Ariano Irpino, anche con sequestro di 3 appartenenti alla Polizia Penitenziaria” a dare la notizia è l’O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) per voce del segretario generale Leo Beneduci “Per quanto abbiamo appreso ulteriormente – prosegue il sindacalista – nonostante i danni ingentissimi e la particolare violenza con tanto di minacce e sequestro di unità di personale,
non ci sarebbero state particolari conseguenze o provvedimenti di una qualche natura sanzionatoria nei confronti
dei reclusi, tranne il trasferimento di un unico soggetto dal carcere di Ariano Irpino a quello di Avellino
e ciò conferma le preoccupazioni che, come sindacato, avevamo già espresso, per un carcere in cui i detenuti la farebbero da tempo da padroni”.
“Purtroppo questo buonismo a spese dei contribuenti (non viene neanche richiesto il risarcimento dei danni alle celle detentive) e questo eccessivo concessivismo che pervadono da tempo l’amministrazione penitenziaria, oltre a rendere nei fatti incerte le pene
– indica ancora il leader dell’O.S.A.P.P. – hanno come diretto effetto il continuo rischio per l’incolumità
del Personale di Polizia Penitenziaria che opera nelle carceri e il successivo danno alla sicurezza della Collettività una volta che soggetti non solo non recuperati ma persino peggiorati da questo tipo di carcere rientrano nella società civile”.
“Peraltro – conclude Beneduci – il fatto che anche azioni quali quella di Ariano Irpino restino sostanzialmente impunite, accresce la nostra preoccupazione riguardo alla possibilità che con simili eventi possano ripetersi persino con maggiori e più violente conseguenze, in strutture penitenziarie
che presentano analoghe criticità quali ad esempio in Campania, i penitenziari di Salerno, Santa Maria
Capua Vetere e persino Poggioreale”.